La mia sveglia è puntata
sulle sette e ventisette.
Lo so che la sveglia di
solito si punta su un numero "rotondo", che so: tipo le sette e venti
o le sette e mezzo. La mia invece no: sette e ventisette.
Questo dice molto di me.
Che poi non è che io
voglia svegliarmi alle sette e ventisette. In realtà voglio svegliarmi alle
sette e venticinque, ma l'orologio va due minuti avanti. Così per svegliarmi
alle "vere" sette e venticinque devo puntarla sulle sette e
ventisette.
Immagino cosa state
pensando: "ma tu non stai bene!".
Ve l'ho detto che questa
cosa dice molto di me.
Come mai lascio l'orologio
due minuti avanti? Non è che lo lascio… lo metto proprio io, apposta, due
minuti avanti. Così mi sbrigo a prepararmi e a uscire e non rischio di arrivare
in ritardo. Ho un piccolo margine.
Di nuovo penso di sapere
cosa state pensando: che se sono consapevole che l'orologio non segna l'ora
giusta, allora a che serve? Invece serve lo stesso perché, anche se lo so che
l'orologio va due minuti avanti, siccome sono un tipo ansioso, la sola vista
della lancetta che si avvicina all'ora in cui ho programmato di uscire mi mette
fretta. Infatti non arrivo mai in ritardo.
Per la verità di solito
arrivo in anticipo.
"Per forza: metti gli
orologi avanti!"
E pure voi tenete ragione…
Ma poi, se pure non
mettessi l'orologio avanti e puntassi correttamente la sveglia sulle sette e
venticinque: che minchia di orario sono le sette e venticinque?
È un orario di quelli
"né per me né per te".
Vi spiego. Io entro al
lavoro alle otto e venticinque e so di avere bisogno di un po' meno di un'ora per
alzarmi, lavarmi, vestirmi, fare colazione, uscire e percorrere a piedi il
tragitto fino all'ufficio. Quindi, in realtà, anche se mi svegliassi alle sette
e mezza ce la farei. Ma siccome, come dicevo, sono ansioso, preferisco
svegliarmi un pochino prima. Potrei svegliarmi, allora, alle sette e venti.
Però se da un lato sono ansioso, dall'altro soffro di insonnia (dormo sempre un
po' meno di quello che servirebbe per alzarmi riposato) e la mia è una insonnia
del tipo che fatico ad addormentarmi, mentre poi, quando finalmente prendo
sonno, dormo profondamente. Perciò anche solo cinque minuti in più, al mattino,
mi sembrano preziosi.
Ecco quindi la mediazione
tra l'ansia e il desiderio di sonno. Né le sette e venti, né le sette e mezza.
Le sette e venticinque,
appunto.
"Né per me né per
te".
Anzi. Siccome l'orologio
lo metto due minuti avanti, giocoforza devo puntare la sveglia alle sette e
ventisette.
Semplice, no?
Le sette e ventisette... che idea geniale!!! |