Ogni romanzo ha la sua storia, la sua genesi.
Extasia è figlio di un periodo di frustrazione.
Dopo la pubblicazione di "Pinocchio 2112" (nel
2009) e di "Luisa ha le tette grosse" (nel 2011), i successivi
romanzi inviati in visione a Leone Editore non avevano intercettato i gusti
della casa editrice. Ogni volta mi veniva risposto che il lavoro era buono, ma
che stavano cercando "altro".
Una situazione frustrante per un autore che vorrebbe affacciarsi
con un minimo di frequenza in libreria. Così ho deciso, a mente fredda, a
tavolino, di scrivere un romanzo che potesse andare bene per loro.
L’ho vissuta come una sfida: una specie di prova di
maturità. “Vuoi fare lo scrittore?” Mi sono detto. “Vuoi farlo sul serio,
dimostrare che puoi farlo per mestiere? Allora tira fuori una storia
avvincente, piena di azione, di quelle che catturano l'attenzione, una storia
che un editore in cerca di titoli con potenzialità commerciali non possa
ignorare tanto facilmente”.
Così ho cominciato a lavorare al romanzo.
Nello stesso periodo ero impegnato nella stesura a
quattro mani insieme al mio amico Antonio De Santis, sceneggiatore e autore
teatrale, della sceneggiatura di un film comico. La mia prima esperienza seria,
professionale, in questo campo. Lavorare a una sceneggiatura è qualcosa di
totalmente diverso che lavorare a un romanzo. Diversa la prospettiva, diverso
il tipo di scrittura, diverso l'obbiettivo finale. Ciò premesso la stesura di una
sceneggiatura passa necessariamente attraverso una serie di fasi preparatorie: un
primo canovaccio, poi uno "scalettone" con l'abbozzo delle scene,
quindi una scaletta più articolata col dettaglio delle scene stesse, per poi
finire a riempire quelle scene di contenuto, scrivendo i dialoghi, che sono l'essenza
della scrittura per il cinema.
Se la modalità di scrittura è differente, la tecnica di
base, però, ha molti punti di contatto con quella che usano numerosi
professionisti per impostare e costruire i loro romanzi.
Non che sui romanzi precedenti non avessi fatto un
lavoro preparatorio, in alcuni casi anche molto lungo, ma questo si era svolto
in gran parte dentro la mia testa; avevo girato e rigirato nelle mente prima
l'idea, poi la trama e infine la possibile stesura del romanzo. Inoltre mi era
capitato di prendere appunti – certo - di fissare a grandi linee la storia.
Con Extasia, però, al pari della sceneggiatura, ho
fatto un lavoro più sistematico, più “tecnico”. Sono partito da una prima bozza,
delineando la vicenda a grandi linee, in una specie di iniziale sinossi, per
poi scriverne una seconda versione, più descrittiva, lunga diverse pagine. Infine
ho preparato una scaletta con gli snodi della trama e le scene salienti. E qui
si è concentrata la gran parte del lavoro creativo. A latere poi ho scritto delle
brevi schede-personaggio, fissando su carta (e nella memoria) i tratti
essenziali, il carattere e la storia personale dei miei protagonisti, in modo
da “conoscerli”, capirne la psicologia; in questo modo mi è risultato più
facile immaginarne il modo di parlare, di reagire nella varie situazioni in cui
poi li ho fatti muovere.
A questo punto sapevo tutto della storia, non come in
altre occasioni in cui avevo solo alcune idee di base e delle suggestioni da
seguire. E mai come in un romanzo di azione e di avventura è bene sapere cosa
sta per succedere e dove si sta andando; la storia deve funzionare come un
meccanismo ben oliato, che gira senza incepparsi, senza “buchi” nella trama. Un
meccanismo che deve prevedere numerosi “colpi di scena”, cambiamenti di
prospettiva, situazioni inaspettate.
La stesura vera e propria del romanzo, a questo punto,
è stata veloce e senza particolari difficoltà. Ho scritto Extasia in un paio di
mesi e le modifiche successive hanno riguardato solo dettagli secondari e le
inevitabili limature del testo. È stata, come si suol dire: "buona la
prima". Perché i dubbi erano giù stati affrontati e risolti e il lavoro
preparatorio era stato sufficientemente accurato. Non maniacale e super
dettagliato, come fanno alcuni autori, ma abbastanza approfondito da
permettermi di sapere da dove stavo partendo, dove volevo andare e che strada
fare per arrivarci.
Non ho la presunzione di pensare che Extasia sia un
romanzo straordinario. Credo e spero sia un buon romanzo, costruito con una
certa cura, con personaggi credibili e un buon ritmo. C'è l'ambientazione in un
futuro distopico, ci sono le avventure, ma anche i sentimenti e l'evoluzione
psicologica dei personaggi e c'è un "cattivo" particolarmente ben
riuscito…
Insomma, se doveva essere una prova di maturità, penso
di averla superata.
Ho spedito Extasia alla Leone con una certa fiducia. E,
infatti, il romanzo è piaciuto ed è stato preso senza problemi.
Così sono di nuovo in corsa: una mia storia è di nuovo
sugli scaffali delle librerie.
E io ho più che mai voglia di rifarlo ancora.
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Attenzione! Leggere provoca gravi conseguenze quali: divertimento e apertura mentale! |
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