<Papà ma tu che lavoro fai?>
<Come che lavoro faccio Marcolino? Faccio lo scrittore, no?>
<Mmmm… sì ma… cioè… cosa vuol dire che fai lo scrittore?>
<Vuol dire che scrivo delle storie che poi vengono pubblicate>
<Scrivi delle storie…>
<Sì>
<E dove le trovi queste storie?>
<Non le trovo. Le invento>
<Allora sei un inventore!>
<No… sì… in un certo senso… Vabbè, diciamo che non si dice inventore di storie ma si dice scrittore>
<Sì ma, dopo che hai scritto la storia sui fogli… cosa fai?>
<Beh sai, c’è molto lavoro per arrivare a pubblicare un libro…>
<Ah cioè bisogna prendere i fogli e incollarli…>
<No, no, che c’entra, mica le faccio io queste cose>
<Non sei capace? Le fa mamma?>
<No… cioè non importa se sarei capace o no di farlo. Queste cose le fa il tipografo>
<Il ti.. il pi… go… frago…>
<Tipografo, Marcolino. Sì, insomma, quello che ha le macchine per stampare i fogli, tagliarli e incollarli insieme… che poi a essere precisi si dice rilegare…>
<Regalare?>
<No regalare: rilegare!>
<Ah… però… che bel lavoro il pipografo!>
<Tipografo!>
<Sì, proprio un bel lavoro quello>
<Anche lo scrittore però non è male, non trovi?>
<Sì, abbastanza… però sono belle le macchine che tagliano i fogli e poi li rigl… li rigle…>
<Li rilegano>
<Ri-le-ga-no! Giusto?>
<Giusto>
<Quindi è il tipografo che fa i libri per davvero. Tu scrivi solo la storia…>
<Ti sembra poco???>
<No, no… serve anche quello, sennò il tipografo non avrebbe niente da ri-le-ga-re>
<Direi di no>
<E dopo che il libro è pronto, tutto bello ri-le-ga-to, cosa ci fai? Lo metti sulla libreria in salotto?>
<No Marcolino. Cioè una copia la tengo lì per ricordo, ma il tipografo non ne stampa una sola: ne stampa tante!>
<Dieci?>
<No, molte di più>
<Venti?>
<Di solito ne stampa almeno cinquemila>
<Sono tantissimissimissime?>
<Sono tante, sì>
<E dove li conservi tutti questi libri?>
<Ma no, non li conservo io!>
<Ce li ha il nonno in campagna?>
<No Marcolino. I libri dopo che sono stati stampati vengono portati dentro dei grandi depositi>
<Anche il nonno ha un garage grande>
<Sì ma i depositi dei libri devono essere più grandi perché ci sono tanti scrittori>
<Ah allora lo scrittore è un lavoro facile, lo fanno tutti>
<No non lo fanno tutti!>
<Insomma i libri li portano nei depositi e restano là…>
<No, non restano là. Poi li portano nelle librerie. Ti ricordi quella che sta in centro dove andiamo a prendere i libri di favole?>
<Quella vicino al gelataio?>
<Sì, quella…>
<Vicino al gelataio che fa il cioccolato e la fragola?>
<Sì…>
<Che bel lavoro il gelataio!>
<Sì… è un bel lavoro…>
<Perché non fai il gelataio?>
<Perché faccio lo scrittore>
<Fai lo scrittore perché non sai fare i gelati?>
<Faccio lo scrittore perché mi piace scrivere!>
<Ma li sai fare i gelati?>
<No, non li so fare!>
<Ah ecco, mi pareva…>
<Gelatai ce ne sono tanti>
<Anche di scrittori. L’hai detto tu che ci sono depositi pieni di libri…>
<Sì, d’accordo… ma poi i libri vanno in libreria>
<Vicino alla gelateria…>
<Ok ma la gelateria non è importante>
<Lo dici tu! Me lo compri un gelato oggi pomeriggio?>
<Va bene, te lo compro! Comunque, come dicevo, i libri vanno in libreria. Dove le persone li comprano>
<Li comprano?!>
<E certo, sennò che li scrivo a fare?>
<Avevi detto che scrivevi perché ti piaceva scrivere!>
<Vero. Ma se vogliamo avere i soldi per comprare il gelato bisogna che il papà i libri non solo li scriva, ma anche li venda…>
<Aspetta ho capito!>
<Hai capito?>
<Sì: tu vendi libri, ecco cosa fai di lavoro!>
<Ossignore…>
<Quando usciamo a comprare il gelato?>
P. S.
il dialogo, chiaramente, è inventato :-))
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MA PAPA'... CHE LAVORO FA? |