lunedì 30 gennaio 2017

La sveglia (sette e ventisette)


La mia sveglia è puntata sulle sette e ventisette.

Lo so che la sveglia di solito si punta su un numero "rotondo", che so: tipo le sette e venti o le sette e mezzo. La mia invece no: sette e ventisette.

Questo dice molto di me.

Che poi non è che io voglia svegliarmi alle sette e ventisette. In realtà voglio svegliarmi alle sette e venticinque, ma l'orologio va due minuti avanti. Così per svegliarmi alle "vere" sette e venticinque devo puntarla sulle sette e ventisette.

Immagino cosa state pensando: "ma tu non stai bene!".

Ve l'ho detto che questa cosa dice molto di me.

Come mai lascio l'orologio due minuti avanti? Non è che lo lascio… lo metto proprio io, apposta, due minuti avanti. Così mi sbrigo a prepararmi e a uscire e non rischio di arrivare in ritardo. Ho un piccolo margine.

Di nuovo penso di sapere cosa state pensando: che se sono consapevole che l'orologio non segna l'ora giusta, allora a che serve? Invece serve lo stesso perché, anche se lo so che l'orologio va due minuti avanti, siccome sono un tipo ansioso, la sola vista della lancetta che si avvicina all'ora in cui ho programmato di uscire mi mette fretta. Infatti non arrivo mai in ritardo.

Per la verità di solito arrivo in anticipo.

"Per forza: metti gli orologi avanti!"

E pure voi tenete ragione…

Ma poi, se pure non mettessi l'orologio avanti e puntassi correttamente la sveglia sulle sette e venticinque: che minchia di orario sono le sette e venticinque?

È un orario di quelli "né per me né per te".

Vi spiego. Io entro al lavoro alle otto e venticinque e so di avere bisogno di un po' meno di un'ora per alzarmi, lavarmi, vestirmi, fare colazione, uscire e percorrere a piedi il tragitto fino all'ufficio. Quindi, in realtà, anche se mi svegliassi alle sette e mezza ce la farei. Ma siccome, come dicevo, sono ansioso, preferisco svegliarmi un pochino prima. Potrei svegliarmi, allora, alle sette e venti. Però se da un lato sono ansioso, dall'altro soffro di insonnia (dormo sempre un po' meno di quello che servirebbe per alzarmi riposato) e la mia è una insonnia del tipo che fatico ad addormentarmi, mentre poi, quando finalmente prendo sonno, dormo profondamente. Perciò anche solo cinque minuti in più, al mattino, mi sembrano preziosi.

Ecco quindi la mediazione tra l'ansia e il desiderio di sonno. Né le sette e venti, né le sette e mezza.

Le sette e venticinque, appunto.

"Né per me né per te".

Anzi. Siccome l'orologio lo metto due minuti avanti, giocoforza devo puntare la sveglia alle sette e ventisette.

Semplice, no?

Le sette e ventisette... che idea geniale!!!