martedì 20 dicembre 2016

LA RAGAZZA CHE NON SAPEVA RESPIRARE LE NUVOLE


Gli scrittori sono come i vulcani: ogni tanto eruttano.

I vulcani lava, gli scrittori storie.

Alcuni sono come l'Etna, che borbotta, caccia fumo dal cratere e si fa notare anche quando non è nel pieno dell'eruzione. Altri sono come il Vesuvio, che sembra addormentato, non dà segni di vita e poi esplode all'improvviso, in modo subdolo.

Io ultimamente sono stato un po' Vesuvio. Me ne sono stato zitto zitto, concentrandomi più sulla mia nuova passione per la sceneggiatura che sulla stesura di nuovi romanzi. E, però, in questo apparente silenzio, nel profondo qualcosa covava. Nel caso di specie un romanzo breve, che ora sta per vedere la luce.

A gennaio/febbraio 2017 è prevista, infatti, l'uscita per "Edizioni Cento Autori" del romanzo "LA RAGAZZA CHE NON SAPEVA RESPIRARE LE NUVOLE".

Inserito in una collana per ragazzi e giovani adulti, credo possa risultare interessante anche per un pubblico adulto. È la storia di una band musicale di liceali, "I Grecale", ribattezzati nella loro scuola: "la band degli sfigati", perché non sono belli, non sono fighi, non sono ricchi. Sono bravi, suonano bene, ma questo pare non essere sufficiente in un mondo in cui il look conta più di ogni altra cosa.

Quando Marco si innamora di Clelia, la strafiga della classe, cantante di una band rivale, nessuno, nemmeno il suo miglior amico, scommetterebbe un centesimo su di lui. Eppure…

Ma non sempre la storie d'amore filano lisce. La vita non è una favola. Più spesso le storie d'amore fanno i conti con i pregiudizi, con la difficoltà di mettersi in gioco, di affrontare la disapprovazione dei propri "amici". Forse Clelia non è una "ragazza che sa respirare le nuvole"…

Intanto il più importante "contest" della città per band emergenti è alle porte.

In fase di stesura mi sono interrogato su come dovesse essere lo stile, il linguaggio di questo romanzo che, fin dal principio, ho pensato rivolto soprattutto a un pubblico di giovani lettori. Poi mi sono detto che stavo sbagliando a pormi il problema. Se è certamente importante "tarare" il linguaggio quando ci si rivolge a lettori di età inferiore ai 14/15 anni, è finanche sbagliato farlo  quando ci si rivolge a lettori che superano questa fascia di età. Per loro il linguaggio deve essere ormai lo stesso che si utilizza per un pubblico di lettori adulti. Mi è bastato ripensare alla "fame" di romanzi "non da ragazzi" che avevo a 14 o 15 anni per convincermene. A connotarlo come romanzo "young adult" (per usare una terminologia abbastanza in voga), quindi, sono più che altro gli argomenti trattati e la circostanza che i protagonisti sono dei ragazzi.

Mi auguro che il romanzo piaccia e che i lettori si appassionino alle vicende della "band degli sfigati", alla loro voglia di crescere, di capire e di non farsi troppo male mentre cercano di diventare grandi.

DA GENNAIO/FEBBRAIO 2017 NELLE LIBRERIE.